[24 luglio 2018 – 46° giorno] Percorsi oggi: 36.7 Km, in totale 1428.2 Km
Il vento è la norma. Come in altri paesi di mare, anche qui, lo conoscono bene e non è semplicemente vento. Ce ne sono tanti tipi. Quelli che vanno bene per uscire a pesca, quelli caldi, quelli che si muovono con le maree. Ognuno di questi ha un nome
24 luglio 2018
Parto verso le 8.00 direzione primo bar.
Dopo colazione, una salita che attraversa delle colline sopra le quali svettano decine di enormi pale eoliche. Continuo fino ad Hospital dove si incontra il bivio che porta a Finisterre, a sinistra, o Muxia, a destra. A me non è chiarissimo dove si debba andare per concludere il Cammino. Alcuni dicono Finisterre, altri prima a Finisterre, la morte, poi a Muxia, la rinascita. Alcune di queste ipotesi sono nate sull’onda di credenze esoteriche o della New Age che ormai non è più neanche così New. Sembrerebbe che i pellegrini medievali seguissero indifferentemente una delle 2 rotte per concludere il cammino ed arrivare all’oceano. Qui, raccoglievano le conchiglie che utilizzavano nel viaggio di ritorno per testimoniare l’avvenuto pellegrinaggio e per essere esenti da pedaggi durante il rientro a casa. Seguo la strada per Muxia. Attraverso Dumbria, l’ultima cittadina, poi, non so come, perdo la segnaletica. Mi aiuto con Maps, seguo la traccia per vari km per poi scoprire che esistono altre Muxia qui in Galizia e che mi sto dirigendo verso quella sbagliata. Cammino 4 – 5 km fuori rotta. Ricalcolo il percorso e continuo a camminare, questa volta nella direzione giusta. Attraverso paesi che sono piccoli agglomerati di una decina di case, 4-5 mucche, 2 abitanti e 20 cani che si attivano tutti insieme al mio passaggio. Per fortuna quelli un po’ più grossi sono legati.
Alla fine arrivo a Muxia che è molto diversa dagli abitati rurali di pietra dell’interno. Le case sono tutte di colori diversi come quelle di altri paesini di pescatori che danno sul mare.
Qui si è sopra ad una piccola penisola che si addentra per qualche km nell’oceano. Il vento è la norma. Come in altri paesi di mare, anche qui, lo conoscono bene e non è semplicemente vento. Ce ne sono tanti tipi. Quelli che vanno bene per uscire a pesca, quelli caldi, quelli che si muovono con le maree. Ognuno di questi ha un nome. Visito il Santuario di Nostra Signora Do Mar che è un luogo ricco di storia e di leggende. Sicuramente è anche un luogo che ha raccolto le preghiere di chissà quante madri e mogli nell’attesa che i loro cari tornassero dalla pesca in alto mare. Quest’area è infatti chiamata Costa da Morte. Le forti correnti e gli scogli aguzzi che fuoriescono dal mare chiedono, da sempre, il loro tributo.
Vicino al Santuario, un’imponente scultura di 400 tonnellate chiamata “A Ferida” in memoria del disastro del 2002 dove la petroliera Prestige affondò a pochi km dalla costa rilasciando in mare 77.000 tonnellate di greggio. Un evento che mobilitò un’intera comunità nel tentativo di salvare, proteggere e tutelare la propria terra. Domani è San Giacomo ed è anche il mio ultimo giorno di Cammino. Verso Finisterrae!
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