Sul Cammino Portoghese esistono le frecce gialle che conducono a Santiago, poi si trovano le frecce blu che da Tomar portano a Fatima. Quelle rosse, che pochi conoscono, guidano verso un luogo magico
Narra la leggenda che nell’anno 44 d.C. il corpo di San Giacomo il Maggiore decapitato, arrivò dal porto di Haifa a quello di Iria Flavia, l’odiera Padròn (città costiera della Galizia), a bordo di una barca di pietra guidata dai sui discepoli prediletti, Anastasio e Teodoro. Fu poi seppellito poco distante da Padròn in quella che oggi si chiama Santiago di Compostela.
Molti di quelli che percorrono la Variante Espiritual del Cammino Portoghese una volta arrivati a Vilanova de Arousa si fanno trasportare a Padròn in barca per ripercorrere simbolicamente il tracciato della leggenda.
La mattina presto (di solito) si parte risalendo dapprima la Ria de Arousa (un fiordo di acqua salata) e poi il Rio Ulla (fiume) fino a Pontecesures a pochi Km da Padròn. Il viaggio in barca dura 1 ora abbondante necessaria per coprire una trentina di Km. Arrivati a Pontecesures i pellegrini si dirigono a Padròn a fare magari uno spuntino con i famosi pimientos che di questa città portano il nome.
Ma veniamo alle frecce rosse.
Sul Cammino Portoghese esistono le frecce gialle che conducono a Santiago, le frecce blu che da Tomar portano a Fatima. Quelle rosse, che pochi conoscono, guidano invece a un luogo magico: il convento Francescano di Sant Antonio di Herbòn, 3 Km circa da Padròn.
Si può immaginare che il convento di Herbòn sia stato per secoli un luogo di accoglienza per i pellegrini diretti a Santiago anche se oggi per arrivarci si deve “uscire” dal percorso delle frecce gialle.
Il convento di Herbòn è a tutti gli effetti un albergue per pellegrini ed è gestito dall’Asociacion Galega de Amigos do Camino de Santiago una certezza ed un’istituzione per quanto riguarda l’accoglienza pellegrina sui Cammini di Santiago. Loro, per me, sono i migliori in fatto di accoglienza e capacità di preservare lo spirito del Cammino. Loro e la Confraternita di San Jacopo di Compostela.
Qui ad Herbòn vivono ancora dei monaci francescani.
Quando ci siamo stati noi, nel 2018, alle ore 19.00, dopo il rituale di benedizione dei pellegrini, il frate ci ha fatto da Cicerone accompagnandoci, insieme agli altri ospiti, attraverso le corti, i chiostri e gli spazi interni del convento, raccontandoci storie, tradizioni e leggende. Religione e credenze popolari di questa terra, la Galizia, che non è mai stata completamente assoggettata a nessun padrone ne a nessuna religione.
Herbòn è un luogo mistico e unico.
Chi conosce Gronze.com sarà d’accordo con me nel ritenere questo sito uno dei più importanti riguardo i Cammini di Santiago. Lo uso spesso per cercare informazioni e per scoprire luoghi che meritano di essere visitati. Herbòn l’ho scoperto così, leggendo i commenti e le esperienze di altri pellegrini. A questo link potete vederli anche voi.
Qui ad Herbòn dopo la benedizione del pellegrino viene rilasciato a chi pernotta nel convento un certificato di avvenuto passaggio che molti chiamano Herbònia o Cotolaya.
Dell’origine e leggenda della Cotolaya ho scritto QUI.
E’ un bel ricordo da portare a casa, eccola:
A passo lento
Concordo. Herbòn è un luogo suggestivo e vibrante.